domenica 1 settembre 2013

Pastori D'Abruzzo

La prima poesia che studiai in IV Ginnasio è I pastori di Gabriele D'Annunzio. Mi piacque molto perché mi faceva venire in mente immagini di montagna, anche se si tratta di montagne, gli Appennini, diverse dalle Alpi che conosco.

Settembre. Andiamo è tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare,
vanno verso l’Adriatico selvaggio 
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti alpestri
ché sapor d’acqua natia
rimanga nei cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
Oh voce di colui che primamente
conobbe il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral
cammina la greggia.
Senza mutamento è l’aria
e il sole imbionda sì la viva lana 
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci rumori,
ah perché non son io coi miei pastori?

domenica 25 agosto 2013

Temporali di fine agosto

Mentre verso est si sta scatenando un temporale, volevo fare alcune considerazioni sui temporali di fine agosto che sanciscono la fine non tanto della stagione estiva, che potrebbe prolungarsi in settembre, quanto delle vacanze. Quando ero bambino, infatti, e trascorrevo le vacanze estive in montagna sopra a Courmayeur al Peuterey, l'arrivo della prima perturbazione post ferragostana aveva un sapore sgradevole perché mia mamma annunciava che, qualora il brutto tempo fosse perdurato, saremmo ritornati a Torino.
Ancora oggi, che posso andare in vacanza e restarci più o meno quando e quanto voglio, i temporali di fine agosto mi ricordano mi rattristano perché sono un segno del tempo che passa.
Ieri in provincia di Torino c'è stato uno di questi temporali che, dopo una mattinata afosa con la temperatura che ha raggiunto 26° C intorno alle 12.30, ha avuto il pregio
Il giorno dopo il temporale
di togliere l'umidità e rinfrescare l'arie. Questa mattina, infatti, la temperatura era decisamente fresca e il cielo limpido come si può vedere dalle foto che ho scattato durante una passeggiata in bicicletta.
Arriva il temporale

lunedì 19 agosto 2013

Disgrazie

Ieri pomeriggio è successa una disgrazia a Viola, la Beagle dei mie genitori. Durante la passeggiata con mio padre ha mangiato un'esca avvelenata e in poche ore è morta. Tragedia famigliare, ovviamente, visto il forte legame che la univa ai miei genitori.
Ieri sera, rattristato da questa notizia ho pensato di farmi ulteriormente del male cercando, nell'archivio informatico del giornale La Stampa, accessibile tramite il sito Internet, notizie su un incidente in montagna cui assistetti da bambino.
Il 21 agosto 1971 (avevo 5 anni) ero in vacanza, insieme ai miei genitori e ai miei nonni, al Peuterey, amena località della Val Veny poco sopra Courmayeur (AO). Nel pomeriggio di un giorno a tratti piovoso mio padre, un suo amico e mio nonno stavano guardando con il binocolo alcuni alpinisti che salivano al Rifugio Borelli (2325 m) situato al Fauteuil des Allemand, ai piedi della parete del Mont Noir de Peuterey (2928 m), e utilizzato come base di partenza per salire la parete sud dell'Aiguille Noir de Peuterey (3773 m). Mia nonna chiese di poter guardare anche lei con il binocolo perchè non aveva mai visto degli alpinisti durante un'ascensione; glielo passarono spiegandole dove guardare e lei subito dopo averli inquadrati esclamò in piemontese: "Ahmmi a l'è cascaine un" (non sono sicuro della correttezza della grafia ma il significato è: ahimè ne è caduto uno). Ovviamente le altre persone presenti cercarono di tranquillizzarla dicendole che, probabilmente, era caduto uno zaino; guardando a loro volta, però, videro che gli alpinisti in parete facevano segnali per richiedere aiuto.
Mio padre e il suo amico partirono immediatamente verso il luogo dell'incidente. Una volta arrivati sul posto verificarono che era caduta una ragazza e, purtroppo, era deceduta sul colpo dopo un volo di circa 50 m. Pochi minuti dopo arrivarono gli uomini del soccorso alpino allertati telefonicamente da mia madre, ma non poterono più far nulla se non aiutare gli amici della vittima a scendere. Uno di questi fu portato a casa nostra e, ricordo ancora, nonostante la tragica sventura trovò la forza di sorridere a me che lo guardavo incuriosito.
Con il passare degli anni non si parlò più del fatto ma io non me ne dimenticai, sebbene quando accadde fossi molto piccolo. Ieri sera, nell'archivio de La Stampa, ho trovato la scansione della pagina di giornale con l'articolo che ne parlava. La ragazza morta, di cui non avevo mai saputo il nome, si chiamava Angela Caccia, aveva 19 anni ed era di Busto Arsizio (VA). Leggere l'articolo mi ha colpito profondamente ma ne voglio parlare per ricordare Angela, di cui il 21 agosto ricorre il quarantaduesimo anniversario della morte: depongo un fiore virtuale sul luogo dell'incidente per mantenerne viva la memoria.

La parete a monte della quale è ubicato il rifugio Borelli

mercoledì 14 agosto 2013

La bella estate

Da un paio di anni consulto quotidianamente un sito di meteorologia denominato Meteogiornale che diffonde le previsioni per mezzo di articoli che commentano lo stato del tempo e la sua probabile evoluzione a medio - lungo termine.
Da alcuni giorni vengono pubblicati articoli in cui gli autori ritengono che la seconda metà di agosto sarà caratterizzata da bel tempo garantito dalla presenza dell'anticiclone delle Azzorre. Ciò vuol dire che non ci saranno gli eccessi termici sperimentati nelle scorse settimane, provocati dall'anticiclone africano,  ma neanche episodi di maltempo intenso. Di tanto in tanto l'Italia settentrionale sarà interessata da qualche episodio temporalesco, soprattutto dopo il 20 del mese. In poche parole pare che l'estate 2013 si concluda gradualmente seguendo un declino senza episodi di rottura che ci fanno passare dai tropici al circolo polare in poche ore.
Cantava Francesco Guccini nella Canzone dei dodici mesi:

Non si lavora agosto nelle stanche tue lunghe oziose ore
Mai come adesso è bello inebriarsi di vino e di calore, di vino e di calore...

Buon Ferragosto a tutti.

domenica 11 agosto 2013

Fine estate

Agosto, pur essendo un mese ancora pienamente estivo sia dal punto di vista meteorologico sia da quello astronomico, soprattutto nella sua seconda metà o dopo fasi di tempo perturbato che interrompono periodi particolarmente caldi, come accaduto nei giorni appena trascorsi, inizia a farmi pensare all'autunno. La cosa può apparire bizzarra ma, almeno secondo quanto io sento, non lo è. E' vero che fa ancora caldo, ma basta un temporale per smorzare la calura; è vero che le giornate sono ancora lunghe, ma non come quelle di luglio quando alle 9 di sera, alle mie latitudini, il sole è appena tramontato; è vero che la vegetazione è ancora rigogliosa, ma il verde non è più brillante come in giugno e luglio.
In ogni caso in agosto è ancora bello e, forse, più piacevole godersi l'estate anche se non si possono raggiungere le località di villeggiatura.
L'immagine di questo testo, ovviamente, non è stata ripresa in agosto come suggerisce il campo di grano, ma è comunque un'immagine che parla dell'estate.


venerdì 9 agosto 2013

Mezzogiorno alpino

Durante l'estate 2001, non ricordo se a fine luglio o ai primi di agosto, andai a fare una gita in montagna con mio padre e il suo cane, un magnifico Labrador retriever nero di nome Tyson. La meta era l'Aiguille de Lesache (3012 m) nella valle del Gran San Bernardo. La salita fu piacevole, con qualche difficoltà nella parte centrale dell'itinerario dove occorreva risalire un ripido canale che conduceva al plateau sommitale. Dato che il cane manifestava un certo disagio per la ripidezza del pendio, mio padre decise di fermarsi,  aspettando che io raggiungessi la vetta e ridiscendessi. La buona forma fisica che avevo all'epoca mi permise di salire in vetta abbastanza rapidamente, nonostante l'abbondante innevamento residuo rallentasse non poco la mia marcia.
Una volta ritornato da mio padre continuammo a scendere fino alla base del canale dove, su un ampio pianoro sovrastante un alpeggio, ci fermammo per pranzare. Mentre mangiavamo fui letteralmente rapito dall'ambiente che mi circondava: prati verdi leggermente ondulati, montagne che svettavano contro il cielo azzurro intenso, sole caldo ma non troppo, silenzio rotto solo dallo scroscio dell'acqua che scorreva. Tutto ciò mi fece venire in mente una poesia scritta da Giosuè Carducci: Mezzogiorno alpino:

Nel gran cerchio de l'alpi, su 'l granito
Squallido e scialbo, su' ghiacciai candenti,
Regna sereno intenso ed infinito
Nel suo grande silenzio il mezzodí.

Pini ed abeti senza aura di venti
Si drizzano nel sol che gli penètra,
Sola garrisce in picciol suon di cetra
L'acqua che tenue tra i sassi fluí.

Da quel giorno sono trascorsi 13 anni ma ricordo quei momenti e quell'atmosfera, di cui godetti intimamente, come se fosse ieri.